lunedì 22 dicembre 2008

Apocalittico integrato

Riguardando i post precedenti, si potrebbe avere l’impressione che io abbia un atteggiamento apocalittico nei confronti del web. A dire il vero, non è esattamente così.

Quel post, già di per sé pubblicato sul web, è stato infatti redatto grazie a rapide consultazioni su google e wikipedia, tanto per fare un esempio, visto che al momento in cui scrivo (spero di rimediare presto, ma in realtà non so se lo farò mai per davvero) non ho ancora visto il film L’ultima minaccia.
Quindi sono più integrato di quanto si possa supporre, in questo senso.

In realtà la mia percezione apocalittica non è nei confronti del web, che non è altro che uno strumento in più, portatore di mutazioni conoscitive e di pensiero (vedi il saggio di Baricco, I Barbari), ma che non cambia nulla dei nostri desideri, dei nostri bisogni e delle nostre nefandezze. Cerchiamo sempre le stesse cose, alla fine, seppure in modo diverso.

E’ nei confronti dell’uomo che sono apocalittico, nei confronti di noi stessi, e della nostra impossibilità di conoscere, di trovare risposte a dubbi e incertezze, nei confronti del nostro girare a vuoto in questo piccolo acquario avvolto nel nulla, cercando i modi più efficaci di dimenticarlo e i modi più efficaci per non essere dimenticati.

Niente di nuovo, quindi. Ma i bordi del terreno di gioco non lo sono mai del tutto. Dopotutto, sempre di linee si tratta. Adesso c’è da capire a che gioco giocare. E c’è da inventarsi, se non un gioco diverso, perlomeno un modulo originale.

venerdì 19 dicembre 2008

Scimmiette URLATRICI

Riassunto delle puntate precedenti: nei primi due post ho cercato di segnare i limiti del campo di questo blog, di tutti i blog & affini, in realtà. Nuovo modo per cercare di lasciare tracce da qualche parte, tentativi velleitari di far sapere che esistiamo, che quello che legge, riflette, si commuove, ridacchia da solo come un deficiente davanti al monitor è una persona vera.

Ho accennato qualcosa sulla contraddizione più evidente che questa vita via web comporta, e su come essa non sia altro che un pallido riflesso della vita potenziale di tutti i giorni, della nostra condizione di sospensione che, mi rendo sempre più conto, non è solo della mia incompiuta generazione, dove è sicuramente più evidente, ma è quella esistenziale di tutti noi.

Avevo chiuso quel post parafrasando una nota battuta di Humprey Bogart in
L’ultima minaccia (Deadline Usa): “E’ la stampa bellezza”. Curiosamente, sempre in quel film trova risposta un’altra famosa affermazione, quella dell’astrofisico Arthur Eddington sulla casualità:

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“Se un esercito di scimmie battesse per un tempo sufficiente sui tasti di macchine da scrivere, produrrebbero prima o poi tutti i libri del British Museum”.
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“Sì, ma poi chi diavolo li stamperebbe, bellimbusto?” si affretta a commentare seccamente il protagonista.

Mi pare che anche il sarcastico commento di Bogart possa avere risposta. Non c’è più bisogno di stamparli, amico. C’è il web, per questo.
E le scimmiette intente a battere convulsamente sulla tastiera siamo noi. Tutti noi, indistintamente.
Uscirà fuori qualcosa di buono, a furia di picchiettare?

lunedì 15 dicembre 2008

E’ il web 2.0, bellezza.

Ripensavo alla faccenda del blog, in questi giorni.
C’è una curiosa contraddizione tra ricerca di intimità e riservatezza e questo virtuale (ma reale) mettersi in piazza, tramite siti, blog, myspace, senza dimenticare l’ultimo arrivato, facebook, la moda del momento. C’è un’evidente dissonanza fra ossessione per la privacy, da un lato, e la felice adesione a gruppi, a giochini, a cause virtuali di svariata natura, inventate appositamente per monitorare i nostri gusti, dall’altro.

Tutti i tuoi contatti sono avvisati suoi tuoi movimenti: Tizio ha stretto amicizia con Caio, tramite lo strumento “aggiungilo agli amici, se no si incazza”. Caio saluta Tizio, che non ricambia, e parla invece con Sempronio. Sticazzi. Tradotto nel mondo reale, è come stare alla finestra, magari non visibile, guardando questa piazza frequentata da persone che più o meno conosci per vedere come interagiscono fra loro e con te. E ricevendo avvisi dettagliati sulle loro interazioni, oltretutto. Tu stai lì alla finestra, e qualcuno ti urla: Tizio ha salutato Caio. Per poi scriverti su grandi cartelli: Sempronio ha commentato il saluto di Tizio e Caio. Sticazzi.

Ripensavo al subdolo modo in cui puoi a tua insaputa essere taggato nelle foto di un altro, e quindi addio impostazioni restrittive sulla privacy faticosamente cercate, anche se su facebook non sei nemmeno registrato, e magari proprio per questo motivo. E all’abnorme numero di quiz, squallido surrogato della ricerca di sé stessi, roulette truccata per mostrare i nostri desideri inespressi: “Guarda sono Einstein”, “Guarda sono Kubrick”, “Guarda sono Rocco Siffredi”, “L’avresti mai detto? a letto sono una vera troia”, “Udite udite, sono il perfetto mix tra Rita Levi Montalcini e Monica Bellucci”. Peccato che un bug da qualche parte abbia incasinato tutto, fornendoti nella realtà il cervello di quest’ultima e il corpo della prima.

Non credo ci sia poi tutta questa differenza con quelli che appestano programmi in stile De Filippi e affini. La dinamica di base è la stessa: sono qui, esisto. Non saprò fare un cazzo, ma un quiz dice che sono Al Pacino. Ehi, c’è nessuno? Un quiz dice che sono Al Pacino, e che in ambito poetico sono praticamente Leopardi, giusto un tantinello più sfigato. Perché stia a perdere tempo davanti a un monitor con sti quiz, se ho tutte queste qualità nascoste, non lo spiega nessuno però.

E io che ci sto a fare? Niente di così diverso da tutti gli altri, andando al sodo. Solo consapevole di essere uno in mezzo a tanti, una piccola molecola in un organismo sconosciuto, di cui si fatica persino a immaginare la figura complessiva. E che il mio punto di vista è diluito in una base infinita, un punto di vista omeopatico, che infatti non serve a un cazzo.

Non ho nemmeno iniziato a tenere un blog, che mi sono già impelagato in una discussione sul “metablog”. Riesco sempre a complicare tutto. Ma d’altra parte qui parliamo di vita potenziale, e più potenziale di così…
E’ il web 2.0, bellezza. E tu non ci puoi fare niente. Niente.

DEADLINE USA