lunedì 1 marzo 2010

Multifilter

Guardare il mondo attraverso i vetri è come guardare in un acquario. O in una sfera di cristallo.
A saperlo leggere, il curioso gioco di trasparenze e riflessi dice più di quanto possa sembrare a un primo sguardo superficiale. O siamo noi a volerlo interpretare a tutti i costi, a volerci vedere corrispondenze e simboli che la nostra cultura ci ha instillato in vari modi.
Tutto dipende dai filtri con cui guardiamo: filtri culturali, che accendono la nostra attenzione e immaginazione; filtri tecnici, nel caso della fotografia (la scelta di un determinato obiettivo, della porzione di spazio da inquadrare, del punto da mettere a fuoco…); e, conseguentemente, scelta più o meno istintiva dell’attimo in cui fare click.
Quella che era una semplice vetrina, fino a poco prima, con la sua bella pubblicità in bianco e nero, ha finito per mostrarmi, a furia di guardarci dentro, il doppio sogno di una donna di mezza età, la fama e il successo, da una parte, una famiglia, un bambino, dall’altra.
Quando ho tolto l’occhio dal mirino e mi sono girato ho visto soltanto una donna trasandata, agghindata alla bell’e meglio per la passeggiata domenicale, che, in quella mattina d’inverno fredda ma soleggiata, aspirava nervosamente da una sigaretta. Sola. Era scomparso tutto, attorno a lei il vuoto, i suoi pensieri nascosti dal fumo.
Dite quello che volete, ditemi che sono pazzo, ma secondo me questo filtro funziona.


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